“Flow Signs” fa parlare di sé: ecco un compendio delle principali recensioni sul progetto


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“Flow Signs” fa parlare di sé: qui di seguito, vengono raccolte le principali recensioni sul progetto. [talking about “Flow Signs”: here is a compendium of the main reviews about the project].

“Monkey Records” Facebook Page – Nigel Braddock, Label Manager. (30 Novembre 2013)
‘Flow Signs’, our last release for the year is a hauntingly beautiful album by two Italian-based musicians: pianist Theo Allegretti and electronic artist Francesco Giannico. Although the pieces were mostly improvised, the result is surprisingly coherent and accessible. Terms such as atmospheric ambient jazz or phrases such as “a mellow Keith Jarrett meets Brian Eno” don’t really do it justice but may give you an idea. Highly recommended.

[‘Flow Signs’, la nostra ultima uscita per l’anno, è uno stupendo album indimenticabile di due musicisti italiani: il pianista Theo Allegretti e l’artista elettronico Francesco Giannico. Anche se i pezzi sono stati in gran parte improvvisati, il risultato è sorprendentemente coerente e accessibile. Termini come ambient jazz atmosferico o frasi come “un morbido Keith Jarrett incontra Brian Eno” in realtà non rendono giustizia, ma può dare un’idea. Altamente raccomandato.]

“Rockerilla”, n.400 – Mirco Salvadori. (23 Dicembre 2013)
(…) Flow Signs rappresenta un connubio ben riuscito tra il soundscaper e sound designer Francesco Giannico e il pianista jazz Theo Allegretti. Sette tracce che posano il loro sguardo lungo paesaggi dedicati alla pausa riflessiva, lì dove il field recording sostiene e amplifica il tocco del pianoforte, rendendo vivo e reale quell’attimo dedicato alla percezione visiva. Linguaggi di paesaggi e nebbie.

[Flow Signs represents a successful union between the soundscaper and sound designer Francesco Giannico and jazz pianist Theo Allegretti. Seven tracks posing their gaze along landscapes dedicated to the reflective pause, where the field recording supports and amplifies the touch of the piano, by making alive and real that instant dedicated to visual perception. Languages ​​of landscapes and mists.]

“Make your own taste” – Allister Thompson (The Gateless Gate). (3 Gennaio 2014)
This is a piano ambient album, and we like those over here. Not only that, but it’s a very, very good example of such. Flow Signs mixes minimal but quite well-structured piano pieces with nocturnal-sounding field recordings and gentle ambient sounds. Some tracks bring to mind the recent work of Sakamoto (such as his albums with Alva Noto), being more abstract, while others (“Lazy Afternoon”) resemble the prettier post-rock pieces of Eluvium (but just as good!). There’s even a bit of experimentation, such as on the more avant-garde “Where is the Oracle”, which contains musique concrète elements. This is a great example of piano-based ambient music/sound art that in many moments reaches the heights of beauty, so if you like that, you should not miss it.

[Questo è un album di ambient per piano e a noi questi qui piacciono. Non solo, ma è un esempio molto, molto riuscito di ciò. Flow Signs mescola pezzi per pianoforte, minimali ma molto ben strutturati, con suoni notturni di registrazioni ambientali e delicati suoni di ambient. Alcune tracce riportano alla mente il recente lavoro di Sakamoto (come i suoi album con Alva Noto), risultando più astratto, mentre altri (“Lazy Afternoon”) assomigliano ai pezzi più carini di post-rock di Eluvium (ma altrettanto belli!). C’è anche un po’ di sperimentazione, come il più avant-garde “Where Is The Oracle?”, che contiene elementi di ‘musica concreta’. Questo è un grande esempio di musica ambient per piano/ sound art che in molti momenti raggiunge le vette della bellezza, quindi, se vi piace il genere, non dovreste perderlo.]
http://makeyourowntaste.wordpress.com/2014/01/03/january-netaudio-revue/

“Music wont save you” – Raffaele Russo. (23 Dicembre 2013)
ll nuovo episodio delle collaborazioni sperimentali di Francesco Giannico dischiude al soundscaper pugliese orizzonti ulteriori rispetto a quelli, già sensibilmente diversi tra loro, sviluppati nel corso del 2013 prima nell’ottimo album solista “Luminance” e quindi nel confronto con Zach Nelson in “Les Nomades Paysages”. Non meno ambiziosa è l’idea sottostante a “Flow Signs”, lavoro che lo vede al fianco del pianista jazz Theo Allegretti, alle cui minimali improvvisazioni associa un una costellazione di microsuoni elettronici, toni chitarristici manipolati, field recordings e altre fonti acustiche accidentali.
Dal comune interesse dei due artisti per l’estemporaneo dispiegamento delle rispettive matrici sonore discendono sette brani che invece appaiono estremamente rifiniti e soprattutto presentano gli omogenei contorni di un paesaggismo ambientale che nelle sparse note del pianoforte trova non un semplice corollario armonico bensì un elemento strutturale variamente interpolato da un pulviscolo di detriti sonori. La modulazione degli elementi apportati dai due artisti ai tre quarti d’ora di “Flow Signs” li conforma quindi di volta nella direzione di un’ambience pianistica non aliena da romanticismo (“Lazy Afternoon”, “At Sunset”) o di più pervasive saturazioni sintetiche che tuttavia non sovrastano ma si affiancano al contenuto melodico (“Angustia”).
Gli oltre dieci minuti della conclusiva “Riddle Of The Mood” sintetizzano in una liquida marea ambientale in crescendo, ricamata da brillanti frammenti di pianoforte, la trasfigurazione di linguaggi conseguita da due artisti che in questo lavoro hanno compiuto significativi percorsi dai rispettivi terreni d’origine, verso una terza, affascinante forma espressiva.
http://musicwontsaveyou.com/2013/12/22/francesco-giannico-theo-allegretti-flow-signs/

“Pizza Digitale”, ‘Collaborazioni d’autore: Flow Signs di Giannico e Allegretti’ – Davide Ingrosso. (9 Dicembre 2013)
Il progetto Flow Signs nasce a Roma grazie al sodalizio artistico tra Francesco Giannico, musicista e fondatore insieme ad Alessio Ballerini dell’Archivio Italiano Paesaggi Sonori, e Theo Allegretti, pianista di estrazione ambient-jazz ed esperto compositore. L’album è uscito lo scorso 29 novembre in una co-produzione di Monkey Records e Oak-editions, nuovissima etichetta fondata dagli stessi Giannico e Ballerini. Tra scenari interiori, ambientazioni surreali e paesaggi naturali che scaturiscono dal field-recording di Giannico, Flow Signs dispone di sette traccie facilmente intendibili come diversi flussi sonori, che si contraddistinguono per il carattere visionario e fortemente cinematico. L’utilizzo intuitivo e improvvisato del pianoforte viene calato in atmosfere minimali e rarefatte, lì dove gusto classico e contemporaneità si incontrano dando vita ad un risultato davvero unico e godibile. Potrete rilassarvi ascoltando il singolo At Sunset, il cui video vi immergerà nell’estetica maturata dai due musicisti. Se vi hanno convinto, vi ricordiamo che potete comprare il loro disco, che non fa mai male.
http://www.pizzadigitale.it/main/francesco-giannico-theo-allegretti-flow-signs/

“The New Noise” – Fabrizio Garau. (09 gennaio 2014) 
Raffinato, placido e leggermente malinconico il progetto Flow Signs, che vede Francesco Giannico lavorare assieme al pianista jazz Theo Allegretti. Giannico continua a fare dell’eclettismo e dell’incorporazione di elementi diversi e melodici uno dei propri punti di forza. Allegretti si muove su territori troppo lontani dai miei, non ho davvero gli strumenti culturali per capirlo, posso solo vederlo nell’ottica dei generi che di solito ascolto: in alcuni momenti riesce di sicuro a emozionare, ma soprattutto sembra che stia pensando a costruire un album e non a mettersi in luce come solista. Per intenderci in modo molto spiccio: piacerà a tutti i fan delle cose più aggraziate di Type Records (a giudicare dall’aria che tira ultimamente, lo farei sentire anche a quelli della Denovali). Interessante, infine, perché staccato dal resto con le sue dissonanze, il brano “Where Is The Oracle?”.
http://www.thenewnoise.it/oak-editions-paesaggi-sonori-italiani/

“Sonofmarketing – unknown music pleasure” – Nicola Orlandino. (21 Febbraio 2014)
Ritroviamo Francesco Giannico (elettronica, field recording e chitarra in questo disco) in un nuovo progetto chiamato Flow Signs. In continuità con le sue collaborazioni di un certo livello, viene affiancato dal pianista Theo Allegretti.
Insieme portano avanti il concetto di Soundscape: catturare l’essenza e la bellezza della natura attraverso la musica. Le sette tracce che compongono l’album colgono in pieno questo obiettivo con uno stile minimale e raffinato che ingloba, e allo stesso tempo destruttura, gli schemi dei generi di riferimento.
Il brano iniziale “A shy early morning” ci introduce subito nel loro mondo: le note delicate del piano creano spazi vuoti, colmati in parte con piccoli rumorismi e piccoli flussi continui che fanno emergere la classe di esecuzione dei due artisti. La natura spesso irrompe “fisicamente”: in “Lazy Afternoon” interviene il fragore dell’acqua che dopo la prima parte si dilata a favore della solitudine del piano e successivamente l’intensificazione del tratteggio “ambientale” (prima in sottofondo).
Un processo simile viene seguito in “At Sunset” ma con la presenza di diverse gradazioni del fattore rumoristico.
“Recall” scardina il senso di sicurezza per un uso più “invasivo“ del pianoforte e una sezione ritmica che fa emergere la parte sperimentale del lavoro.
“Angustia” e “Where is The Oracle?“, anche se in modo differente con un’intensificazione dello strato ruvido, ricopre lo stesso ruolo destabilizzatore portandoci un umore più oscuro. “Riddle of the Mood” ci riporta inizialmente allo stato iniziale ma il crescendo finale ridisegna il mood del brano con una notevole distorsione che si disintegra negli ultimi secondi.
Oltre a rivelarsi ottimi musicisti, i due rivelano una sensibilità artistica che trasforma il suono in una visione, un flusso di immagini multimediali che ci immergono nella purezza dei paesaggi naturali. Obiettivo raggiunto. Un’altra grande prova in un settore dove gli artisti italiani eccellono.
Voto: 7/10
http://www.sonofmarketing.it/flow-signs-flow-signs/

“Beachsloth” – Beach Sloth. (31 marzo 2014)
Flow Signs begins with sunshine and ends in darkness. The narrative is simple. By letting the piano serves as a framing device for the other noises it gains a naturally calm feeling. Melodies tend to hover through. Snippets of conversation filter through though they never enter the forefront. Electronics are extremely light. What everything works to achieve is a simple sense of balance. At least in the very beginning there is a greater emphasis in the bright color of the work. Due to the natural decay of the sound it eventually crumbles into harsher, more industrial pastures.
‘A shy early morning’ is aptly named.
Here the piano plays gently through the various soundscapes until finally ending with a field recording of what sounds like a playground.
On ‘Lazy Afternoon’ the electronic drones in the background resemble the classical drone evolution of Stars of the Lid and their ilk. Towards the end it gets relatively dramatic, almost shaky in tone.
Little experiments mark ‘At Sunset’ which shows a greater interest in the electronics effectively bouncing off of each other until the fadeout.
‘Recall’ begins with the purely natural only to be slowly turned inside out into harsh sustained digital embers.
Halfway through the album is the heart of ‘Angustia’. On ‘Angustia’ the mood changes dramatically into darker pastures.
‘Where is the Oracle’ rattles about verging into pure noise.
It remains relatively tactile with eerie percussive metallic bangs.
‘Riddle of the Mood’ ends it off with a slight easing of the tension, sending the album off in the best way possible back to its warmer beginnings.
http://beachsloth.tumblr.com/post/81041101861/francesco-giannico-and-theo-allegretti-flow